Caterina Benincasa nata
a Siena nel 1347, era figlia di un modesto tintore. Nonostante fosse del
tutto priva di istruzione, Caterina fu in grado di svolgere un'azione
incisiva fino alle più alte autorità della politica e delle istituzioni civili
ed ecclesiastiche di allora pur di riportare la concordia e la pace fra i
popoli.
Non era certo favorita dal suo stato femminile, in un'epoca dove le donne
non erano per nulla considerate. Eppure questa giovane di così modeste
condizioni raggiunse, in soli trentatré anni, vertici che ancora oggi ci
sorprendono:
toccò
le vette della perfezione spirituale, fu chiamata “maestra” da un numero
considerevole di discepoli.
Fu
ricevuta ed ascoltata da Papi, Cardinali, sovrani e capi di stato dell'intera
Europa. Riuscì ad ottenere il trasferimento della sede papale in Roma, dopo settant'anni
di esilio avignonese e a rappacificare Firenze con lo Stato Pontificio, da
tempo in guerra fra loro, gettò le basi per la riforma della Chiesa, difese
efficacemente il pontificato nel Grande Scisma d'Occidente, esortò l'Europa,
lacerata da guerre fratricide, ad unirsi nel nome di Cristo.
Morì a Roma il 29 aprile del 1380 a 33
anni, consumata per Cristo e per la Chiesa.
Le sue opere: le famose "Lettere", delle
quali ben 381 sono giunte fino a noi, le"Preghiere" ed il
"Dialogo della Divina Provvidenza", che Caterina dettava ai suoi
scrivani, sono uno dei migliori esempi della prosa italiana del Trecento.
La Chiesa l'ha proclamata santa,
per l'opera da lei svolta in difesa della città di Roma, è nominata Compatrona
di Roma e, per la carità nella cura degli ammalati, Compatrona delle
infermiere; per la sua azione pacificatrice fra i numerosi “staterelli”
della nostra penisola è venerata come Patrona d'Italia.
Per il valore teologico della sua
dottrina, acquisita per dono divino è stata nominata Dottore della Chiesa
il 4 ottobre 1970.
Inoltre
Caterina, come terziaria dell'Ordine domenicano, era pur sempre laica e
quindi la prima laica fra i Dottori,
tutti
appartenenti alla gerarchia ecclesiastica.
Per
la sua importante opera pacificatrice a livello europeo nel 1999 è stata
proclamata Compatrona d'Europa da Giovanni Paolo II.
Soprattutto nel nostro tempo,
ancora contrassegnato da sanguinose lotte fratricide, la grande santa senese
appare portatrice di un messaggio di pace e concordia fra i popoli e di
un esempio di cui gli uomini di oggi hanno particolare bisogno: il suo amore e la sua fedeltà a Dio e alla
Chiesa, sono espressione di un ardente amore per Cristo e di un autentico
amore per la Verità.
Intervista a S. Caterina
da Siena
Giovane - Cara
Caterina, se tu dovessi dare a noi giovani una definizione di “amore” cosa
diresti? Chi è stato e chi è per te l’Amore?
Caterina- E’ una bella domanda questa! Per me l’Amore, quello
con la “A” maiuscola, è stato ed è Gesù. Prima di capire che lo amavo, però, ho
desiderato l’amore con tutta me stessa, con tutte le mie forze e poi ho creduto
in lui. Sono convinta che solo
chi intensamente desidera, intensamente ama e chi ama sa vedere, ascoltare,
gioire.
G- Come hai creduto
all’Amore, Caterina?
C-
Ci ho creduto fino in fondo e ho deciso che la mia vita doveva diventare un dono per
tutti. Ho creduto a quel dono folle che Gesù mi stava facendo. Nella mia
quotidianità ho creduto all’amore dei miei genitori. Loro mi hanno insegnato ad
amare Dio, non a parole, ma con la vita... Pensa che mia madre per tante volte
si è indebolita dando alla luce un figlio. Può sembrare strano... E a volte mi
chiedo: se i miei genitori avessero avuto solo dieci figli, o anche venti... io
non sarei nata. Gesù mi aspettava. E con Lui sembrava che mi attendessero anche
loro. Fu poi una sera, a sei anni, che ebbi la conferma di quell'attesa. Ero
per strada, tornando a casa con mio fratello Stefano quando, ecco, alzando lo
sguardo vidi Gesù che mi sorrideva...
G-
E avevi sei anni?
C-
Sì, avevo sei anni, l'età in cui solitamente si
imparano tante cose: leggere, scrivere, parlar più correttamente. Io invece
sono rimasta analfabeta, ma quel giorno ho imparato il linguaggio dell'amore.
Gesù mi sorrideva... Anzi, quasi rideva. L'età non conta. Dopo aver conosciuto tante storie posso dire per
esperienza che c’è chi riflette fin da bambino sulla possibilità di credere
all’Amore e di consacrarsi a Lui e c’è chi, invece inizia a riflettervi all’università
o da adulto … l’età non conta, ciò che conta è sentirsi amati prima ancora di
amare.
G-
Che cosa è successo quando hai rivelato ai
tuoi genitori il desiderio di consacrarti a Dio senza entrare in un monastero?
C- Non fui
capita, anzi, mi ostacolarono apertamente... Proprio loro, che mi avevano
insegnato ad amare... non capirono. Per punirmi mi tolsero la mia stanza, dove,
potevo pregare da sola con tranquillità. La mia camera era il mio mondo, il
posto in cui vivevo la mia intimità, era il mio rifugio sereno e segreto... Quando
mi fu tolta, provai a "costruirmi" uno spazio nel cuore dove fare
entrare Cristo. Prova a costruirtelo: tutti coloro che incontriamo potrebbero trovare in noi
una "stanza" che li accoglie e che li fa incontrare con Dio. E’ lì
che ho trovato il sorriso da regalare a chi incontro.
G- Mi hai
detto che è fondamentale “Sentirsi amati prima ancora di amare”? Che cosa vuoi
dire con questo?
C- Non è difficile, è il segreto per imparare ad amare.
La cosa più sorprendente nella mia vita è stato scoprire che prima di
amare ero già stata amata e prima di desiderare ero già stata desiderata e
anche che prima di cercare l’Amore della mia vita ero già stata cercata da
questo Amore. La mia è stata un po’ come l’esperienza del profeta Geremia quando ammette che il Signore
lo ha sedotto e lui si è lasciato sedurre, o di san Paolo che afferma di essere «stato conquistato» da Cristo; se ne è innamorato talmente da spendere tutta la
vita per farlo conoscere e amare.
G- Parli di un amore che dura tutta la vita. Non ti sei mai
chiesta che cosa avresti fatto se questo grande amore fosse finito? Desidero
l’Amore ma ho paura di impegnarmi “per sempre”. Come potrei chiudere così il
mio futuro?
C-
Sono passati molti anni da quando mi sono innamorata per la prima volta ma vedo
che le cose non sono cambiate! Per sempre! Questo "per sempre"
spaventava me e spaventa ancora. Nella mia esperienza, ormai lunga ben più di
600 anni, ho visto giovani che si fermano davanti al matrimonio o alla scelta
di una vita di consacrazione perché temono di non poter essere fedeli per
sempre. È successo anche a me, all’inizio. Temevo di sbagliare. Quello che mi
costava era "uscire allo scoperto". Poi mi sono fidata di chi mi
chiamava a seguirlo. Fu forse un'incoscienza, una fiducia in qualcosa di
grande, uno slancio che partiva da dentro... Mi sono fidata, mi sono affidata,
ho creduto e ho scelto… Tutto ciò ha lanciato la mia vita verso mete impensate.
G- “Desiderare,
amare intensamente il Signore, cercarlo con passione e lasciarsi amare da lui…”
tutte cose bellissime ma come viverle nella mia vita di tutti giorni fatta di
impegni, di fretta, di studio, di divertimento? Non mi chiedi un po’
troppo?
C- Ti chiedo “tanto”, non “troppo”!
Non avere paura di desiderare il “di più”, il meglio del tuo cuore e della tua
vita. Punta in alto, sogna in grande. Più alzerai il tiro degli ideali e dei
sogni e più Dio sarà con te e ti aiuterà a realizzarli subito, ora, non domani,
ma adesso, da questa sera. Perché il nostro non è il Dio delle pianure, della
mediocrità e dell’accontentarsi, ma il Dio delle vette più alte che ci sembra
impossibile scalare.
E’
il momento di salutarci ma prima di lasciarti andare a conoscere le altre
persone che con la loro vita hanno seguito l’Amore, ti auguro di donare tutta
la tua vita per seguire e vivere l’Amore.
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