Settimane comunitarie


SETTIMANA COMUNITARIA DAL 9 AL 14 DICEMBRE 2013 (dai 19 anni in poi)

UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA
GESU’ INCONTRA LA SAMARITANA
Dal Vangelo secondo Giovanni (4,1-42)
Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». La Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta ...  So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo» ... La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui ... Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è

veramente il salvatore del mondo».

Pensieri sparsi: è fondamentale trovare un pozzo in una terra arida e deserta. Perché la donna samaritana và al pozzo proprio nell’ora più calda del giorno? Ha vergogna del giudizio della gente? Si vuole nascondere? Crede di avere qualcosa da nascondere?… chissà … tutte le altre donne vi si recavano di buon mattino.
La donna sta cercando l’amore della sua vita e continua a passare da diversi amori che non la appagano o che la appagano solo per un certo periodo. Tante volte anche noi cerchiamo qualcosa che ci dà vita nell’ora, nel posto e nel modo sbagliato.
Gesù ha l’iniziativa nel dialogo e dice “Dammi da bere”.
Di fronte a Gesù non posso mettermi maschere, devo poter trovare la verità che c’è in me.
La Samaritana non ha più paura di se stessa perché ha incontrato chi le ha detto la verità … e tu hai già incontrato chi ti ha detto la tua verità?
Se conosci l’amore puoi andare ad annunciarlo come ha fatto la Samaritana.

COSA DICE QUESTA PAROLA, QUESTA “BUONA NOTIZIA” ALLA MIA VITA?
Di che cosa ho veramente “sete” nella mia vita?
In profondità … cosa cerco veramente nella mia vita?
Cosa vuol dire per me essere felice, stare bene, … ?
Come e dove cerco risposta a questo desiderio? Qual è la sorgente della mia felicità? In che direzione sto camminando?
Dio mi fa paura? Sì/no perché?
Provo a fidarmi di Lui sapendo che ha una promessa di Bene per la mia vita … a Lui affido i miei desideri, le mie paure, le mie gioie e le mie fatiche perché sia Lui a dare pienezza alla mia vita.
VIVO QUESTA SETTIMANA CERCANDO NELL’INCONTRO CON DIO, LA VERITA’ DI ME STESSA. MI LASCIO INCONTRARE E PROVOCARE DALL’AMORE CHE DIO HA PER ME DA SEMPRE.

DIO  INCONTRA MARIA
Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

Pensieri sparsi: dall’incontro con Dio Maria diventa colei che genera Dio. Non si può incontrare Dio e rimanere indecisi e indifferenti. Dio ci provoca a scegliere per la vita. In qualche modo devo rispondere: o con entusiasmo o con un rifiuto.
Ma io continuo a scegliere per la vita?
Decidersi per Dio è creare uno spazio dove Dio può venire in noi. La verità che ci rivela Maria è che siamo creature … ma anche creatori! Coloro che custodiscono e accompagnano la vita.
Dire sì alla vita per diventare madri e spose. Riflettiamo sul nostro essere madri, spose, figlie, sorelle, sul senso della maternità.

COSA DICE QUESTA PAROLA, QUESTA “BUONA NOTIZIA” ALLA MIA VITA?
Quanto e come vivo da figlia, da sorella, da sposa, da madre?
A chi sto dicendo sì nella mia vita?
Disegno il mio desiderio di figlia, madre, sposa, sorella.

GESU’  INCONTRA  IL GIOVANE RICCO
Dal Vangelo secondo Marco (10,17-22)
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

Pensieri sparsi:



v. 17: andava per la strada: Gesù ci incontra lungo il nostro cammino. Lui continua a camminare per le strade delle nostre città e del nostro cuore;
gettandosi in ginocchio: il giovane lo riconosce e si mette in ginocchio
v. 21: Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò: è il modo di sedurre di Gesù, il suo modo di entrare in relazione con noi. Guarda, fissa e ama.
Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri poi seguimi: ecco le richieste di Gesù
v. 22: il giovane si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni: il giovane non riesce a decidere di seguire Gesù.

POSSIBILI OSTACOLI NEL PRENDERE DECISIONI
Perfezionismo: bisogno di prendere la decisione assolutamente giusta…ma NON ESISTE UNA DECISIONE ASSOLUTAMENTE GIUSTA! Bisogno di avere tutto sotto controllo. Prendere una decisione significa cedere la sicurezza, lasciare andare quello che vorrei tenere stretto. Mancanza di fiducia ance nei confronti di Dio. Ogni strada per cui mi sono decisa mi procurerà difficoltà e mi farà passare da una strettoia. Il traguardo non è la decisione giusta ma è la nostra verità e la nostra felicità.
L’idea di volermi tenere aperte tutte le porte: paura di trovare la porta sbagliata. La paura dovrebbe diventare un invito a confidare in Dio e non un ostacolo a scegliere per Lui. Prima o poi le porte si chiudono da sé e mi trovo di fronte solo a porte chiuse! La decisione giusta è dove sento una maggior pace. La riuscita della vita non è solo un diventare qualcuno, avere una posizione. Occorre decidere per la vita!
Senso di colpa: chi non vuol decidere per non “essere colpevole” del suo futuro, non sperimenterà mai l’ampiezza interiore, la libertà e la fecondità. E chi si decide per una strada … decide automaticamente di scartarne un’altra! Ogni decisione (anche la rinuncia a decidere è una decisione) porta a vivere delle conseguenze. Chi vuol prendere in mano la sua vita e decidere ha bisogno di fiducia in sé, deve confidare che il proprio volere non dipende da quello degli altri, deve avere autostima. La paura di vincolarsi per sempre è la difficoltà di prendere decisioni per la vita, la paura di un legame d’amore forte e bello con un’altra persona (un compagno, Dio, …), la paura di donare la vita.

AIUTI PER PRENDERE DECISIONI
La prudenza: è la capacità di fare ciò che è meglio in questo momento.
Il Rimanere fedeli a se stessi e non dipendere dalla reazione degli altri, essere responsabile delle nostre piccole e grandi scelte.
La disponibilità a perdere: imparare a riconoscere i nostri sbagli.
La fiducia: imparare ad ascoltare il cuore.
La preghiera: mi siedo davanti a Dio per chiarire con Lui le alternative che ho davanti; chiedo a Dio che cosa vuole da me; ascolto nel silenzio le immagini che si formano nella mia interiorità. La vera preghiera è sempre un incontro aperto con Dio, senza che io, in precedenza, mi sia vincolato a una decisione. E’ un incontro gratuito…
PONI UN TERMINE ENTRO IL QUALE DECIDERE!

COSA DICE QUESTA PAROLA, QUESTA “BUONA NOTIZIA” ALLA MIA VITA?

Qual è l’ostacolo più grande in me che mi rende difficile prendere decisioni? Provo a dargli un nome.
Mi raccolgo in preghiera e, davanti a Dio, provo a decidere che cosa fare con la mia vita. Qual è il mio desiderio più grande? Come decido di concretizzarlo?

CONDIVISIONI DI FINE SETTIMANA COMUNITARIA
Fin dall’ultima settimana comunitaria che ho fatto a marzo, sento il bisogno ogni tanto di tornare in un posto come questo, dove la vita di tutti i giorni ha un sapore di fede. Due settimane fa circa ho sentito proprio il bisogno di partecipare ad un’esperienza di vita in comunità. Non avevo un motivo preciso che mi spingesse ma sentivo di doverlo fare. Questa settimana si è rivelata fondamentale per il periodo che sto vivendo. Ogni singola chiacchierata, riflessione, omelia, ha toccato una parte di me nel profondo. Mi sono fermata a riflettere un po’ sulla vita e sul percorso che voglio fare. Torno a casa con molti più dubbi ma con la certezza che bisogna ascoltare la sua volontà, avendo fiducia nel Progetto che Lui ha pensato per ciascuno di noi. In questa settimana, inoltre è emersa la voglia, “la sete”, di conoscere colui in cui credo: ho capito che sarebbe importante iniziare un serio cammino di avvicinamento alla Parola. Katia
Ogni volta venire qui è come la prima volta: stesse emozioni. Questa settimana l’ho attesa molto, forse perché ho passato due mesi difficili e avevo bisogno di prendermi un po’ di tempo solo per me. Il problema che già avevo riscontrato era quello di non riuscire a creare una certa “intimità” con Dio, di non riuscire a parlarci direttamente. Per non parlare degli altri problemi riguardanti la mia vita, riguardanti il famoso sì. Il titolo della settimana coincide perfettamente con quello che ho vissuto, ma invece dell’incontro, ho fatto degli incontri che non mi hanno cambiato la vita, ma sono stati utili per capire un po’ di più quello che voglio. Ho incontrato delle mamme, delle nonne, dei padri, dei fratelli e delle sorelle. Queste persone, nel loro piccolo hanno reso migliore la settimana e mi hanno insegnato a guardare in un modo diverso: un modo positivo. GRAZIE! Paola
Beh…la settimana comunitaria…che dire…è una bella esperienza che consiglierei a tutti. Non è una frase detta per far bella figura, è una frase veramente SENTITA… vi spiego il perché: purtroppo non sono stata molto presente per motivi scolastici e personali ma, in questo breve cammino ho vissuto un’esperienza positiva cioè riuscire a riflettere e a soffermarmi su uno dei punti fondamentali come la mia fede e su me stessa in una maniera molto intensa che penso di non esserci mai riuscita prima in tutta la mia vita. Di parole ne spenderei molte di più ma non sono brava ad esprimermi e a descivere. Quindi concludo RINGRAZIANDOVI. Anca



Ciao a tutti. Come ormai sapete stiamo finendo la settimana comunitaria femminile in "casa Piergiorgio". Ci presentiamo per chi ancora non ci conoscesse. Siamo Silvia, Michela, Alessia, Chiara e Ludovica e frequentiamo la scuola superiore. Abbiamo 15, 16 e 17 anni e abbiamo pensato di prenderci un po' di tempo per noi, per cercare di dare un senso alla nostra vita. In questa settimana abbiamo approfondito la conoscenza di persone che hanno incontrato Gesù (la samaritana, Zaccheo, Maria di Magdala) e abbiamo provato a vivere come i primi cristiani: tra loro era tutto in comune, pregavano ... giocavano ... condividevano la gioia di essere di Cristo! Questa sera verificheremo il nostro percorso e ci impegneremo, in qualche modo, per continuare a vivere da cristiane nella vita quotidiana. Che cosa ci portiamo a casa? Sicuramente la gioia di aver incontrato Gesù e il desiderio di continuare ad incontrarlo e il grande sogno di poter donare la nostra vita e viverla in pienezza. ci portiamo a casa anche la nostalgia di aver finito la settimana comunitaria anche se ci siamo date appuntamento per la prossima... Vi mandiamo qualche foto ...


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