sabato 4 ottobre 2014

ESPERIENZA A NAPOLI QUARTIERI SPAGNOLI DAL 24 SETTEMBRE 2014 

I PUNTATA
Ho percorso più di mezza Italia in poche ore e non me ne sono neanche accorta, la prossima volta devo ricordarmi di prendere un posto finestrino.
Il paesaggio scorre in senso contrario rispetto alla direzione del mio sedile, quasi a dirmi di lasciare indietro ciò che non serve, tanto il treno va avanti veloce lo stesso. O magari è solo un caso, in fondo, se mi fossi seduta solamente due posti più avanti avrei visto Napoli spalancarmisi davanti. Invece la città nasce piano piano, con il Vesuvio che mi copre le spalle.
Ad accogliermi c'è la caoticità di Napoli all'ora di pranzo, dove sulla metropolitana "puoi dimenticarti che ti facciano scendere prima di salire", ma poi ecco i vicoli e i sorrisi dei bambini, con un cartello di benvenuto.
In questo tempo ho cercato di entrare in punta di piedi nella quotidianità di casa Efraim, fatta di bambini, cucina, compiti, pulizie, giochi, preghiera... non in questo ordine e importanza! Ogni mattina, dopo lodi e colazione, ognuno si divide nei propri impegni: telefonate, riunioni, programmazione, cucina, pulizie, visite per le comunioni. Io ascolto le esigenze, se posso aiuto, o mi dedico un po' allo studio. Sono partita anche per raccogliere materiale per la tesi, che avrà una base antropologica, quindi i Quartieri sono come un libro, da leggere con attenzione, senza cadere in facili preconcetti.
Intorno alla mezza mi sposto in cucina, da dove arriva il profumo del pranzo, si apparecchia almeno per sette persone. Sono quattro i bambini che aspettano sempre le suore usciti da scuola, questo mese c'è anche un piccolino dell'asilo, poi un bimbo che dorme qui per un'emergenza in casa, a volte un educatore, a volte un volontario... la tavola è sempre animata! Dopo pranzo, e soprattutto dopo il caffè, arrivano gli altri bambini, che mangiano a casa, si gioca un po' e alle tre ci si siede intorno al tavolo. Qualche avviso, com'è andata la scuola, due chiacchiere e i compiti da fare, che si iniziano tra una lamentela e un sorriso; poi ancora giochi e merenda. Per ora ci si saluta alle 17, visto che il progetto della casa è da poco ricominciato e devono partire altre attività, ma la giornata non è ancora finita: qualche bambino rimane ancora per i compiti, ci si confronta sulla giornata, una bambina ritorna per la cena. Intorno alle 22 inizia a calare il silenzio, ma solo nella casa, dal cortile interno infatti, le voci, prima dei piccoli poi dei grandi, durano almeno per un'altra oretta.
Nel weekend la casa è più tranquilla, ci si riposa, si fa qualche lavoro, si esce: abbiamo partecipato al Mondiale dei giovani del Sermig, siamo state al Santuario di Madonna dell'Arco per una professione perpetua, abbiamo visitato Sorrento.
Ogni giornata è scandita da urgenze quotidiane: storie che si intrecciano, richieste d'aiuto, gravidanze inattese, malattie... L'incertezza sembra farla da padrona, ma le situazioni si risolvono, con il tempo, e l'attesa, condita dalla preghiera, è una cara compagna.
L'ordinarietà diventa straordinaria, nel senso di “fuori dall'ordinario”, ogni vita esce dal tracciato, e spesso lo stupore è solo mio; mi ha colpito una suora che, raccontando una situazione che ha affrontato, ha detto “Ho rimesso gli occhiali della normalità”, mi fa pensare che la normalità, la norma, sia strettamente personale e che ci vogliano nuove lenti per leggere questa realtà.
Sentirsi accolti in Casa Efraim è facile, si condivide pressoché tutto, dal malessere alla notizia del giorno. È la realtà fuori ad essere più oscura e travolgente, il rumore dei motorini è il sottofondo di ogni spostamento, le urla per parlarsi a pochi centimetri di distanza, la musica che esce alta dalle case, i vicoli stretti, i fili dei panni stesi, i “servizi” (le pulizie) del sabato mattina, le strade consumate dai passi.
Sono stata testimone del passaggio alla raccolta differenziata, che significa niente più cassonetti straripanti e sacchetti davanti ai portoni, ma piazzette più pulite e ordine davanti ai palazzi. La novità sembra essere stata ben accolta, ho sentito più persone scambiarsi informazioni sulla nuova metodologia di raccolta ed è bello vedere i bambini continuare a giocare a calcio ma in una piazzetta senza bidoni .
Prima di partire la frase che tutti gli adulti mi hanno ripetuto è "Stai attenta!", un ammonizione dettata da paura e preoccupazione. É proprio un consiglio che voglio seguire: prestare attenzione a ogni minima sfumatura, a tutte le sfaccettature che renderanno Napoli casa per questi mesi.
Un giorno, da una casa uscivano forti le note di “Show must go on” dei Queen, mi sembra descriva bene la realtà che sto vedendo...
https://www.youtube.com/watch?v=4ADh8Fs3YdU



Il 24 settembre Sara è partita per Napoli per un'interessante esperienza nella comunità dei Quartieri Spagnoli. la ricordiamo e ... facciamo il tifo per lei in attesa di notizie!

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