STAFFETTA MISSIONARIA
Esperienza in Kenya (dal 31 luglio al 20 agosto 2013)
Esperienza in Kenya (dal 31 luglio al 20 agosto 2013)
VII PUNTATA
Domenica ci attendeva il viaggio di
ritorno verso Nairobi, iniziato assai prima dell'alba per riuscire a vedere gli
animali del Samburu Park di buon mattino. Ma come prevedibile il tempo di
viaggio si è dilatato in perfetto stile africano, e dopo un'oretta (leggi -->
4 ore abbondanti) abbiamo potuto iniziare il nostro safari. La nostra pazienza
però è stata premiata: siamo finalmente riusciti a vedere gli elefanti alla
luce del giorno, con tanto di cuccioli al seguito, e tra un Pumba ed un Timon
siamo arrivati a 10 metri da una giraffa che mangiava e ci fissava senza il
minimo timore. Gli unici animali che non siamo riusciti a vedere sono stati i
micioni cresciuti, che probabilmente erano
da qualche parte a ripararsi dal
sole ormai alto. Dopo altre interminabili ore di viaggio e una foto
all'equatore, a grande richiesta della nostra geologa, siamo finalmente
arrivati alla Consolata di Nairobi, dove abbiamo riassaporato l'ebbrezza di una
doccia calda! L'indomani visita al museo Nazionale e nel pomeriggio un giro per
il centro della caotica capitale. E per non farci mancare proprio niente, Ema
ha pensato bene di voler far un giro all'ospedale, per controllare se aveva la
malaria...con esito fortunatamente negativo!
Ed ora, incredibile ma vero, eccoci di
nuovo qui in aereo, e questa volta per rientrare in Italia...
Siamo arrivati alla fine di questa
incredibile esperienza e adesso la sfida è vivere il nostro mandato missionario
"di ritorno", provando ad abbattere le barriere che ci impediscono di
vedere nell'altro un fratello o una sorella e a rimediare alle ingiustizie
alla nostra portata con la stessa gioia, generosità e determinazione delle
persone che abbiamo incontrato.
Vi salutiamo, con un grandissimo GRAZIE a
tutti voi per averci seguiti e sostenuti con pensieri e preghiere!
Francesca e Marika, a voi la parola! E
per qualunque imprevisto ricordate: "Hakuna Matata!" ;))
VI PUNTATA
Rieccoci dopo 10 giorni di silenzio, non
per colpa nostra ma a causa dell'assenza di una connessione!
Ci eravamo lasciati alla partenza da Maralal, dove tra risate e qualche lacrima
abbiamo salutato i nostri nuovi amici.
Il viaggio è stato parecchio
avventuroso, i 60 km si sono trasformati in un tot di soste e autostop di amici
e pastori locali, con tanto di pecora investita (per fortuna subito
rialzatasi). Abbiamo visto la missione di Kilima, sotto cui è anche Lodungokwe,
il ponte di ferro fatto costruire da don Marco Prastaro, e finalmente
Lodokejeck, tappa obbligata per noi nostalgici pinesi.
Dopo pranzo siamo arrivati infine a
Lodungokwe, dove ci ha accolti Gatito, un giovane diacono, in attesa
dell'arrivo di padre Leo.
Non ci è voluto molto per renderci conto che qui è molto più "Africa", o quanto meno l'Africa che ci immaginavamo: terra rossa, niente elettricità né acqua calda, niente segnale del telefono, bagni assai spartani,... ma grandi sorrisi di benvenuto e un panorama che ristora gli occhi e il cuore!
Appena sistemati abbiano fatto un giretto per il paesino e iniziato ad assaporare le particolarità di questo luogo che a prima vista sembrerebbe inospitale, visto gli alberi sradicati dagli eleganti all'interno della missione, (vicinissimo a dove dormono i nostri tre valorosi uomini), visitato la scuola e esplorato un pezzo della montagna in cima a cui prendono i telefoni.
Non ci è voluto molto per renderci conto che qui è molto più "Africa", o quanto meno l'Africa che ci immaginavamo: terra rossa, niente elettricità né acqua calda, niente segnale del telefono, bagni assai spartani,... ma grandi sorrisi di benvenuto e un panorama che ristora gli occhi e il cuore!
Appena sistemati abbiano fatto un giretto per il paesino e iniziato ad assaporare le particolarità di questo luogo che a prima vista sembrerebbe inospitale, visto gli alberi sradicati dagli eleganti all'interno della missione, (vicinissimo a dove dormono i nostri tre valorosi uomini), visitato la scuola e esplorato un pezzo della montagna in cima a cui prendono i telefoni.
Verso sera abbiamo scambiato due
chiacchiere con padre Leo, giovanissimo prete colombiano ordinato da un anno,
che ci ha raccontato come qui l'aiutare e seguire la vita spirituale della
comunità non possa essere scisso dal sostenere lo sviluppo e il benessere della
comunità, lì dove lo Stato non arriva.
Dopo un'abbondante cena, la prima
sorpresa: un elefante stava mangiando a pochi passi dalla casetta dei ragazzi!
L'elefante in tutta la sua grandezza non si vedeva benissimo, perché si
"nascondeva" dietro gli alberi che poi abbatteva...quello che tutti
abbiamo visto erano le sue orecchie, la proboscide e il suo enorme
fondoschiena! ;)
Il giorno seguente ci hanno messo subito
al lavoro nell'opera di ritinteggiatura dell'esterno della casa, e abbiamo
iniziato il nuovo compito con il solito entusiasmo. Tuttavia dopo alcuni giorni
di pittura, seppur incorniciati da meravigliose albe e tramonti, temevano che
si fossero dimenticati di noi. Finchè giovedì sera ci hanno portato su una
roccia a circa 20min di strada (strade che qui sono molto meno disastrate,
caratteristica molto apprezzata specialmente dalla schiena di Elisa!) per vedere un tramonto sull'altopiano,
circondati da zebre di gerby e babbuini.
Venerdì pomeriggio la vera svolta:
davanti alla parrocchia si sono radunati bambini a non finire e ragazzi
volenterosi di un confronto e di una partita a pallacanestro. Dopo i primi
giochi con i più piccoli, sono arrivati una quindicina dei ragazzi più grandi
che beneficiano di un progetto di sostegno per gli studi alla scuola
secondaria, desiderosi di parlare con noi e contenti di potersi raccontare. Ci
colpisce come il loro sapersi privilegiati per il fatto di poter studiare
li spinga a sopportare ritmi per noi insostenibili (sveglia alle 3.50 - bed
time alle 22.00), e soprattutto ad avere grandi ideali.
Ed è nel contempo bello e triste
scoprire da padre Leo come tanti, tanti giovani vengano a chiedere
insistentemente alla missione di essere inseriti nel progetto.
Stanchi ma felici ancora non sapevamo di
cosa ci aspettava l'indomani: dopo colazione siamo partiti con Serafino e Padre
Leo alla volta di una piccola comunità in cui avrebbe celebrato la messa
domenicale. Dopo guadi, salti e strade con più buchi che terra siamo arrivati
in questa chiesetta sperduta in mezzo al nulla, dove ci ha accolto un gruppetto
di donne e bambini Samburu. Al richiamo della campana si è unito ancora
qualcuno ed è iniziata la messa, in lingua Samburu, con Serafino che traduceva
le parti in inglese. Al di là della difficoltà di comprensione dovute alla
lingua, è stato comunque molto intenso pregare lo stesso Dio nello stesso modo,
ma in un luogo tanto distante e con una comunità così diversa per vissuto e
tradizioni.
Al termine di balli e canti siamo saliti
tutti in auto pensando di tornare a casa, dopo aver accompagnato un po' di
persone qua e là: eravamo in 13 dietro, dove di solito si sta in non più di 10,
e tutti cantavano a squarcia gola. Invece ci siamo fermati per andare a trovata
una malata, dove la nostra dottoressa personale ha dato il meglio di sé.
Ripartiti di nuovo abbiamo raggiunto la nostra ultima destinazione ovvero la manyatta
di una famiglia, che ci ha fatto sperimentare l'ospitalità kenyiota facendoci
visitare la casa e offrendoci l'immancabile chai.
Nel pomeriggio ultima tranche di pittura
e pulizia finestre e, anche se forse non abbiamo fatto molto per la missione o
per la comunità, è stata una bella occasione per condividere tra di noi le
esperienze più significative e toccare con mano, anche osservando padre Leo e
Gatito, come la vita di un missionario non sia fatta solo di dialogo e incontri
con la comunità, ma anche di normale e spesso noiosa routine e amministrazione.
Dopo cena consegna di tutte le cose che lasciamo qui e infine nanna, domani ci aspetta una sveglia alle 4.30 per riuscire ad arrivare a Nairobi, nostra ultima destinazione!
Dopo cena consegna di tutte le cose che lasciamo qui e infine nanna, domani ci aspetta una sveglia alle 4.30 per riuscire ad arrivare a Nairobi, nostra ultima destinazione!
V Puntata
Abbiamo raggiunto ormai la meta’ della nostra permanenza in
Kenya. Domani mattina, di buon ora, insieme a Padre Masino ci avvieremo verso
Lodungk‘owe. Durante il viaggio faremo una puntatina a Lodokejek, per i
nostalgici che non potevano lasciare il Kenya senza vederlo, in modo da
arrivare poi per l’ora di pranzo a destinazione. Si dice che si sa quello che
si lascia ma non si sa quello che si trova: noi sappiamo di lasciare un tempo
quasi autunnale e la citta’ piu’ grossa della regione. Chissa’ cosa ci aspetta
a Lodungk’owe: probabilmente un paesino con poche case ed un clima decisamente
piu’ estivo (in stile profondamente africano).
Cio' che piu’ ci dispiace lasciare a Maralal e’ l’orfanotrofio
delle Suore di Madre Teresa: purtroppo tutti i bambini in valigia non ci
stanno!
E’ proprio con queste Sorelle che venerdi’ mattina siamo andati
a visitare il quartiere piu’ povero di Maralal. I Turkana di queste magnatte
abitano abbarbicati sulle colline. Camminando per il sentiero abbiamo attirato
l’attenzione di grandi e bambini, che vivono in condizioni molto precarie.
E’ stata dura, ma ci e’ stato d’aiuto il fattore novita’, che ha
reso i ragazzini attentissimi e molto disponibili a giocare con noi. La parte
piu’ difficile della mattinata e’ stata pero’ dover lasciare i bambini. Infatti
al momento di andare via le suore ci hanno raccomandato esplicitamente di non
dar piu’ loro la mano e di cercare di ignorarli, perche’ altrimenti ci avrebbero
seguito fino a casa. L’allegria e la carica che ci hanno trasmesso questi
bambini sorridenti le custodiremo sempre nei nostri cuori, per ricordarci che
si e’ animatori in tutte le parti del mondo.
La sera a cena siamo stati intrattenuti dai mille racconti di
caccia e di moto del vescovo Pante.
Sabato a pranzo, per salutare tutti le persone che ci hanno
accolto con gioia al nostro arrivo al Pastoral Center, abbiamo organizzato una
grande festa: balli, canti e tanto cibo africano!
Per la grande gioia dei geologi non poteva mancare la visita
alla Rift Valley, che da Maralal dista circa 2 ore di matatu. Il paesaggio
mozzafiato che ci si e’ presentato appena siamo arrivati in cima e’
indescrivibile, 1000 metri di dislivello ci separavano dai villaggi dei Pokot.
Arricchiti dalle esperienze appena vissute, partiamo pieni di
entusiasmo verso una nuova comunita’.
Elettricita’ permettendo ci sentiremo da Lodungk‘owe.
IV Puntata...
Sembra impossibile, ma e’ gia’ passata una settimana da quando
siamo arrivati qui. Di cose ne abbiamo fatte parecchie e ci siamo ormai
abituati alla routine kenyota del Pastoral Center.
Time-Table:
7.15 Sveglia
7.30 Breakfast, a base di marmellata di arance, miele d’acacia e
pane tostato il tutto di produzione propria
8.30 Inizio delle attivita’ mattutine – panetteria, giardinaggio
e bambini dell’orfanotrofio di Madre Teresa
12.30 Pranzo
13.00 LA SACRA SIESTA
14.00 (abbondanti) Inizio delle attivita’ pomeridiane
19.00 Messa
19.30 Cena
20.30 Free time… e prima o poi nanna
Come abbiamo scoperto, l’attivita’ principale del Pastoral
Center e’ quella di promuovere lo sviluppo di nuovi mestieri per i giovani (volenterosi)
del luogo. Ospita infatti un laboratorio per la produzione di gelato
artigianale (ottimo!) ed una panetteria che rifornisce la maggior parte delle
scuole e molti negozi.
Data l’assenza di due dei quattro ragazzi panettieri, siamo
subito stati reclutati come garzoni (a parte Chiara C. che ostacolava il lavoro
mangiando meta’ della pasta). Invece Chiara P. e’ stata assunta come teacher per l’uso del lievito naturale e, cosa
ancora piu’ importante, per fare la pizza (soprattutto in versione rinforzata
ai fagioli).
All’inizio e’ stato difficile entrare in confidenza con i
ragazzi, soprattutto per la differenza di background culturale. Ad esempio una
delle prime domande che viene rivolta alle ragazze della nostra eta’ e’: “How
many children do you have?”. Inutile dire con quanto imbarazzo rispondiamo e
cerchiamo di spiegare che in Italia le cose funzionano diversamente. C’e’
voluto comunque poco per legare, impare a conoscere e ad apprezzare la loro
cultura e… spettegolare!
L’orfanotrofio delle Suore di Madre Teresa, che ospita una
cinquantina di bambini da zero a tre anni, si trova in centro citta’ e per
raggiungerlo ci vuole circa un quarto d’ora (passo Elisa). E’ strano camminare
lungo la strada sterrata circondati dagli sguardi diffidenti dei grandi e da
quelli curiosi dei bambini, i quali non esitano a stringerci la mano ed a
salutarci con l’interminabile cantilena “How are you? How are you? How are you?
Jambo!”.
Un coro di “Beba mimi” e’ invece la prima cosa che ci accoglie
quando entriamo, e subito capiamo che significa “Prendimi in braccio”.
L’impatto con trenta paia di occhi lacrimosi e’ stato davvero difficile per
tutti noi: ci aspettavamo inconsciamente una situazione da asilo nido ed invece
ci siamo scontrati con una realta’ ben diversa. Ci hanno fatto entrare in una
stanza, che abbiamo poi scoperto essere utilizzata come sala giochi e mensa, in
cui subito siamo stati circondati, assaliti, scalati da fradici adorabili
bambini.
Le mille attenzioni che noi consideriamo scontate per dei
bambini piccoli, qui sono inimmaginabili o inattuabili, e le condizioni
igieniche lasciano molto a desiderare. Tuttavia sono bambini e sanno gioire di
quello che hanno e noi, superato lo sconcerto iniziale, cerchiamo di imparare
da loro.
La nostra artista, intanto, ha trovato pane per i suoi denti:
padre Masino le ha affidato la copia di un quadro, raffigurante Cristo buon
pastore, che era stato ruminato dalle capre. Come si puo’ vedere ha fatto un
ottimo lavoro, riscuotendo grande successo.
Domenica a messa nella cattedrale, con tutta la comunita’ di
Maralal, abbiamo vissuto due ore molto coinvolgenti. Qui si prega cantando e
ballando e ogni gesto aiuta a riscoprire la gioia dell’incontro con Dio!
Continuiamo con entusiasmo il nostro cammino, sicuri che questa
esperienza ci donera’ ancora molto.
kuendelezwa… ;-)
III Puntata...
Sopravvissuti a crisi di panico, pipi’ isteriche, sabbia OVUNQUE, fame
vorace siamo stati calorosamente accolti da Padre Masino con la sua Jeep.
Cena, doccia, nanna -PROFONDA nanna- e stamattina l’avventura missionaria
e’ realmente cominciata. Ed e’ cominciata davvero molto bene! =)
Stiamo tutti bene, godetevi le foto… a presto aggiornamenti.
Come
dicono qui: “Kwa heri” !
II Puntata...
Dopo una “eterna” attesa nel gelido aeroporto di Doha (Qatar) alle 2 e 20
siamo finalmente partiti per Nairobi.
Ed eccoci in KENYA! Ma il viaggio non era ancora finito: a nostra insaputa
ci attendevano ben 12 ore di Matatu (uno scassatissimo pullmino Toyota da 15
posti – eccolo nella foto)
Dopo esserci fermati per una pausa pranzo in un locale molto chic ed aver
mangiato mezzo pollo ruspante (mooolto ruspante) a testa con tanto riso, ci
siamo rimessi in viaggio per superare l’Equatore.
Tutto e’ andato bene finche’ non abbiamo dovuto lasciare l’autostrada per
un’assai spartana strada sterrata. Il viaggio si e’ cosi’ trasformato in uno
stupendo benche’ traballante safari con bellissimi panorami, animali locali che
… attraversavano la strada e un generale timore per la robustezza del
veicolo.
La nostra fiducia negli autisti, buca dopo buca, e’ cominciata a calare
come il sole all’orizzonte quando questi hanno fatto inversione di marcia in
una stradina sabbiosa.
per l’ennesima volta “1 hour”. Il sole nel frattempo era calato del tutto lasciando pero’ uno splendido cielo stellato. Finalmente abbiamo visto comparire delle case, solo che…
…ovviamente non erano quelle di Maralal ma quelle della nostra seconda
destinazione, Lodungk ‘owe.
Con 60Km di strada alla meta, dopo aver scartato un dromedario nascosto
nell’ombra della strada, i fari ci hanno abbandonato.
I Puntata...
Ciao a tutti, siamo arrivati finalmente in Qatar. Qui ci attende una lunga attesa (7 ore) per il volo di Nairobi .
RispondiEliminaIl viaggio fino ad ora e' stato a dir poco perfetto.
Presto altre notizie.
Ema e gli altri viaggiatori
P.s. Trovate l'intruso nella foto ;)
ahah chi è quello che si è aggiunto nello sfondo?
RispondiEliminaCARISSIMA BARBARA,IN QUESTI GIORNI HO VISTA LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' DI PAPA FRANCESCO IN BRASILE, HO VISTO TANTI GIOVANI CHE GLI FACEVANO FESTA, E' UN PAPA VERAMENTE ECCEZIONALE, SE AI QUALCHE FOTO DEL PAPA ME LA MANDI TRAMITE FACEBOOK ? A PROPOSITO STATE BENISSIMO IN FOTO DI GRUPPO VOI SUORE DOMENICANE BACI LORY
RispondiEliminaDalla foto sembrate proprio belli carichi per questa avventura tanto attesa, ma che ora è davvero iniziata! Buona missione! srSte
RispondiEliminaHakuna matata!! Bellissime foto...le vostre espressioni sono impagabili!
RispondiElimina(per Chiara Caselle: leggi il messaggio che ti ha scritto mamma per don Masino da parte di Elisa Savio) Ciao a tutti!! Aspettiamo altre notizie!!
Famiglia Caselle
BEA DOMINA! ho davanti al computer la foto prima e dopo.... la freschezza dei vostri volti ci rende partecipi delle vostre fatiche! ma cosa sarà mai qualche oretta di volo??? =)
RispondiEliminaGrazie caro! il prossimo anno però voglio vedere te!! :P soprattutto dopo atre 12 ore di matatuuuuu :D hahaha
EliminaForza ragazzi! Fate una meravigliosa (anche se faticosa) esperienza: vi seguiamo con affetto!
RispondiEliminacara chiara,bellissime foto...pensa che nel 1990 i tuoi genitori hanno fatto più o meno la stessa strada che hai fatto tu ora per venirci a trovare.i matatu erano sempre quelli e anche i bambini perchè l'africa e i suoi tempi non cambiano tanto in fretta.mi fa molto piacere pensare che anche tu sei lì adesso....un forte abbraccio anche se non vi conosco tutti,(ma qualcuno si..)zia tere
RispondiEliminaperchè non ci mandate altri splendide foto e/o aggiornamenti vostro soggiorno avventuroso in paesaggi da fiaba?!? vogliamo sapere tutto attimo per attimo...un abbraccio al mitico gruppo di quasi missionari dalla zia silvia
RispondiEliminaChe bello ragazzi!! Qualche imprevisto ci vuole, altrimenti non avete nulla da raccontare!! Anche se perdersi nel nulla in mezzo alla savana dev'essere un po'... stressante!! Buona permanenza e un saluto dalla tiepida Pine City!!
RispondiEliminaVI SEGUO CON AFFETTO, BUONA ESPERIENZA MISSIONARIA A TUTTI. SALUTI DA CARLA AIASSA PARROCCHIA PINO.
RispondiEliminaInnanzitutto auguri alle due Chiare (oggi è Santa Chiara).
EliminaBravissimi per come state affrontando questa esperienza; ci rendiamo conto di come certe situazioni siano struggenti!
Complimenti a Serena per il quadro, bellissimo!
Bacioni da tutti, Paola e Gian
P. S. Vi si è guastata la macchina fotografica o cosa? siete diventati troppo brutti? A noi piacereste comunque...... Furia e Luna
RispondiEliminaBELLISSIMA LA V PUNTATA! COMPLIMENTI...... MA.. SBAGLIAMO O SIETE INGRASSATI UN POCHETTINO?
EliminaBACIONI DA TUTTI, DA CASTELLANETA MARINA
Non so se ci ha emozionato di più ricevere un sms da Maralal o leggere il blog (quando siamo stati in Kenya 23 anni fa non abbiamo mai telefonato a casa!!!) o il contenuto delle notizie... Maria Paola e Michele
RispondiEliminaBravi ragazzi, complimenti a tutti per l'impegno e la gioia con cui state vivendo questa avventura. Lucia e Marta
Ciao ragazzi!che bello vedervi all'opera in mezzo a tutti questi bambini!vedere i vostri sorrisi in mezzo a loro riempie di gioia noi che da casa guardiamo queste fotografie! chissà quante cose state imparando e quante coccole avete donato a quei bambini! vedervi e leggere questo blog mi ha commosso........vi voglio bene! Elena
RispondiEliminaCarissimi, grazie per le belle foto che ci aiutano a entrare un po' nella missione con voi e a sognare... Grazie per il vostro entusiasmo che fa bene anche a noi!
RispondiEliminaWOW x la rift valley!! srSte
Buona festa dell'assunta da zio Ruggero qui a Pino con i nonni e con tua mamma che ti abbraccia forte, buon viaggio di ritorno. Baci a tutti da tutti
RispondiEliminaCarissimi ragazzi, bentornati!
RispondiEliminaOra riposatevi un po' e poi...buona vita missionaria qui,e dove il Signore vi chiama! Con la passione nel cuore e la decisione di trasformare ogni attimo della vostra vita in dono. Grazie delle vostre comunicazioni.
Vi ho seguito, pregato..fatto il tifo per voi.
Ciao a tutti! Sr. M. Viviana o.p.
Bentornati ragazzi!! Grazie davvero per averci reso un po' partecipi della vostra ricca esperienza. Vogliamo presto vogliamo ascoltarla dalla vostra viva voce perché quello che avete vissuto possa continuare ad arricchire il nostro, a volte "povero" mondo di tutti i giorni! A presto... srSte
RispondiElimina