mercoledì 31 luglio 2013

STAFFETTA MISSIONARIA
Esperienza in Kenya (dal 31 luglio al 20 agosto 2013)
VII PUNTATA
Domenica ci attendeva il viaggio di ritorno verso Nairobi, iniziato assai prima dell'alba per riuscire a vedere gli animali del Samburu Park di buon mattino. Ma come prevedibile il tempo di viaggio si è dilatato in perfetto stile africano, e dopo un'oretta (leggi --> 4 ore abbondanti) abbiamo potuto iniziare il nostro safari. La nostra pazienza però è stata premiata: siamo finalmente riusciti a vedere gli elefanti alla luce del giorno, con tanto di cuccioli al seguito, e tra un Pumba ed un Timon siamo arrivati a 10 metri da una giraffa che mangiava e ci fissava senza il minimo timore. Gli unici animali che non siamo riusciti a vedere sono stati i micioni cresciuti, che probabilmente erano
da qualche parte a ripararsi dal sole ormai alto. Dopo altre interminabili ore di viaggio e una foto all'equatore, a grande richiesta della nostra geologa, siamo finalmente arrivati alla Consolata di Nairobi, dove abbiamo riassaporato l'ebbrezza di una doccia calda! L'indomani visita al museo Nazionale e nel pomeriggio un giro per il centro della caotica capitale. E per non farci mancare proprio niente, Ema ha pensato bene di voler far un giro all'ospedale, per controllare se aveva la malaria...con esito fortunatamente negativo!
Ed ora, incredibile ma vero, eccoci di nuovo qui in aereo, e questa volta per rientrare in Italia...

Siamo arrivati alla fine di questa incredibile esperienza e adesso la sfida è vivere il nostro mandato missionario "di ritorno", provando ad abbattere le barriere che ci impediscono di vedere nell'altro un fratello o una sorella e a rimediare alle ingiustizie alla nostra portata con la stessa gioia, generosità e determinazione delle persone che abbiamo incontrato.
 Vi salutiamo, con un grandissimo GRAZIE a tutti voi per averci seguiti e sostenuti con pensieri e preghiere! 
Francesca e Marika, a voi la parola! E per qualunque imprevisto ricordate: "Hakuna Matata!" ;))

VI PUNTATA
Rieccoci dopo 10 giorni di silenzio, non per colpa nostra ma a causa dell'assenza di una connessione!
Ci eravamo lasciati alla partenza da Maralal, dove tra risate e qualche lacrima abbiamo salutato i nostri nuovi amici.
Il viaggio è stato parecchio avventuroso, i 60 km si sono trasformati in un tot di soste e autostop di amici e pastori locali, con tanto di pecora investita (per fortuna subito rialzatasi). Abbiamo visto la missione di Kilima, sotto cui è anche Lodungokwe, il ponte di ferro fatto costruire da don Marco Prastaro, e finalmente Lodokejeck, tappa obbligata per noi nostalgici pinesi.
Dopo pranzo siamo arrivati infine a Lodungokwe, dove ci ha accolti Gatito, un giovane diacono, in attesa dell'arrivo di padre Leo.
Non ci è voluto molto per renderci conto che qui è molto più "Africa", o quanto meno l'Africa che ci immaginavamo: terra rossa, niente elettricità né acqua calda, niente segnale del telefono, bagni assai spartani,... ma grandi sorrisi di benvenuto e un panorama che ristora gli occhi e il cuore!
Appena sistemati abbiano fatto un giretto per il paesino e iniziato ad assaporare le particolarità di questo luogo che a prima vista sembrerebbe inospitale, visto gli alberi sradicati dagli eleganti all'interno della missione, (vicinissimo a dove dormono i nostri tre valorosi uomini), visitato la scuola e esplorato un pezzo della montagna in cima a cui prendono i telefoni.
Verso sera abbiamo scambiato due chiacchiere con padre Leo, giovanissimo prete colombiano ordinato da un anno, che ci ha raccontato come qui l'aiutare e seguire la vita spirituale della comunità non possa essere scisso dal sostenere lo sviluppo e il benessere della comunità, lì dove lo Stato non arriva.
Dopo un'abbondante cena, la prima sorpresa: un elefante stava mangiando a pochi passi dalla casetta dei ragazzi! L'elefante in tutta la sua grandezza non si vedeva benissimo, perché si "nascondeva" dietro gli alberi che poi abbatteva...quello che tutti abbiamo visto erano le sue orecchie, la proboscide e il suo enorme fondoschiena! ;)
Il giorno seguente ci hanno messo subito al lavoro nell'opera di ritinteggiatura dell'esterno della casa, e abbiamo iniziato il nuovo compito con il solito entusiasmo. Tuttavia dopo alcuni giorni di pittura, seppur incorniciati da meravigliose albe e tramonti, temevano che si fossero dimenticati di noi. Finchè giovedì sera ci hanno portato su una roccia a circa 20min di strada (strade che qui sono molto meno disastrate, caratteristica molto apprezzata specialmente dalla schiena di Elisa!)  per vedere un tramonto sull'altopiano, circondati da zebre di gerby e babbuini.
Venerdì pomeriggio la vera svolta: davanti alla parrocchia si sono radunati bambini a non finire e ragazzi volenterosi di un confronto e di una partita a pallacanestro. Dopo i primi giochi con i più piccoli, sono arrivati una quindicina dei ragazzi più grandi che beneficiano di un progetto di sostegno per gli studi alla scuola secondaria, desiderosi di parlare con noi e contenti di potersi raccontare. Ci colpisce come il loro sapersi privilegiati per il fatto di poter studiare li spinga a sopportare ritmi per noi insostenibili (sveglia alle 3.50 - bed time alle 22.00), e soprattutto ad avere grandi ideali.
Ed è nel contempo bello e triste scoprire da padre Leo come tanti, tanti giovani vengano a chiedere insistentemente alla missione di essere inseriti nel progetto. 
Stanchi ma felici ancora non sapevamo di cosa ci aspettava l'indomani: dopo colazione siamo partiti con Serafino e Padre Leo alla volta di una piccola comunità in cui avrebbe celebrato la messa domenicale. Dopo guadi, salti e strade con più buchi che terra siamo arrivati in questa chiesetta sperduta in mezzo al nulla, dove ci ha accolto un gruppetto di donne e bambini Samburu. Al richiamo della campana si è unito ancora qualcuno ed è iniziata la messa, in lingua Samburu, con Serafino che traduceva le parti in inglese. Al di là della difficoltà di comprensione dovute alla lingua, è stato comunque molto intenso pregare lo stesso Dio nello stesso modo, ma in un luogo tanto distante e con una comunità così diversa per vissuto e tradizioni.
Al termine di balli e canti siamo saliti tutti in auto pensando di tornare a casa, dopo aver accompagnato un po' di persone qua e là: eravamo in 13 dietro, dove di solito si sta in non più di 10, e tutti cantavano a squarcia gola. Invece ci siamo fermati per andare a trovata una malata, dove la nostra dottoressa personale ha dato il meglio di sé. Ripartiti di nuovo abbiamo raggiunto la nostra ultima destinazione ovvero la manyatta di una famiglia, che ci ha fatto sperimentare l'ospitalità kenyiota facendoci visitare la casa e offrendoci l'immancabile chai.

Nel pomeriggio ultima tranche di pittura e pulizia finestre e, anche se forse non abbiamo fatto molto per la missione o per la comunità, è stata una bella occasione per condividere tra di noi le esperienze più significative e toccare con mano, anche osservando padre Leo e Gatito, come la vita di un missionario non sia fatta solo di dialogo e incontri con la comunità, ma anche di normale e spesso noiosa routine e amministrazione.
Dopo cena consegna di tutte le cose che lasciamo qui e infine nanna, domani ci aspetta una sveglia alle 4.30 per riuscire ad arrivare a Nairobi, nostra ultima destinazione!

V Puntata
Abbiamo raggiunto ormai la meta’ della nostra permanenza in Kenya. Domani mattina, di buon ora, insieme a Padre Masino ci avvieremo verso Lodungk‘owe. Durante il viaggio faremo una puntatina a Lodokejek, per i nostalgici che non potevano lasciare il Kenya senza vederlo, in modo da arrivare poi per l’ora di pranzo a destinazione. Si dice che si sa quello che si lascia ma non si sa quello che si trova: noi sappiamo di lasciare un tempo quasi autunnale e la citta’ piu’ grossa della regione. Chissa’ cosa ci aspetta a Lodungk’owe: probabilmente un paesino con poche case ed un clima decisamente piu’ estivo (in stile profondamente africano).
Cio' che piu’ ci dispiace lasciare a Maralal e’ l’orfanotrofio delle Suore di Madre Teresa: purtroppo tutti i bambini in valigia non ci stanno!
E’ proprio con queste Sorelle che venerdi’ mattina siamo andati a visitare il quartiere piu’ povero di Maralal. I Turkana di queste magnatte abitano abbarbicati sulle colline. Camminando per il sentiero abbiamo attirato l’attenzione di grandi e bambini, che vivono in condizioni molto precarie.
Pian piano i bambini hanno incominciato a seguirci, incoraggiati anche dalle suore, aggrappandosi alle nostre mani. Dopo mezz’oretta di cammino, siamo giunti nei pressi di una scuola (ora chiusa per vacanze). Al grido di “One, Two, Three… Make a circle”, tutti insieme abbiamo formato un cerchio nel grosso prato di fronte alla scuola. A tradimento, le suore ci hanno lasciato l’incombenza di far giocare il centanaio di bambini accorsi. Nonostante i problemi di lingua, abbiamo tirato fuori il nostro spirito da animatori ed abbiamo improvvisato alcuni bans ed un “orologio di Milano”.
E’ stata dura, ma ci e’ stato d’aiuto il fattore novita’, che ha reso i ragazzini attentissimi e molto disponibili a giocare con noi. La parte piu’ difficile della mattinata e’ stata pero’ dover lasciare i bambini. Infatti al momento di andare via le suore ci hanno raccomandato esplicitamente di non dar piu’ loro la mano e di cercare di ignorarli, perche’ altrimenti ci avrebbero seguito fino a casa. L’allegria e la carica che ci hanno trasmesso questi bambini sorridenti le custodiremo sempre nei nostri cuori, per ricordarci che si e’ animatori in tutte le parti del mondo.
La sera a cena siamo stati intrattenuti dai mille racconti di caccia e di moto del vescovo Pante.
Sabato a pranzo, per salutare tutti le persone che ci hanno accolto con gioia al nostro arrivo al Pastoral Center, abbiamo organizzato una grande festa: balli, canti e tanto cibo africano!


Per la grande gioia dei geologi non poteva mancare la visita alla Rift Valley, che da Maralal dista circa 2 ore di matatu. Il paesaggio mozzafiato che ci si e’ presentato appena siamo arrivati in cima e’ indescrivibile, 1000 metri di dislivello ci separavano dai villaggi dei Pokot.
Arricchiti dalle esperienze appena vissute, partiamo pieni di entusiasmo verso una nuova comunita’.

Elettricita’ permettendo ci sentiremo da Lodungk‘owe.

IV Puntata...
Sembra impossibile, ma e’ gia’ passata una settimana da quando siamo arrivati qui. Di cose ne abbiamo fatte parecchie e ci siamo ormai abituati alla routine kenyota del Pastoral Center.

Time-Table:
7.15 Sveglia
7.30 Breakfast, a base di marmellata di arance, miele d’acacia e pane tostato il tutto di produzione propria
8.30 Inizio delle attivita’ mattutine – panetteria, giardinaggio e bambini dell’orfanotrofio di Madre Teresa
12.30 Pranzo
13.00 LA SACRA SIESTA
14.00 (abbondanti) Inizio delle attivita’ pomeridiane
19.00 Messa
19.30 Cena
20.30 Free time… e prima o poi nanna
Come abbiamo scoperto, l’attivita’ principale del Pastoral Center e’ quella di promuovere lo sviluppo di nuovi mestieri per i giovani (volenterosi) del luogo. Ospita infatti un laboratorio per la produzione di gelato artigianale (ottimo!) ed una panetteria che rifornisce la maggior parte delle scuole e molti negozi.
Data l’assenza di due dei quattro ragazzi panettieri, siamo subito stati reclutati come garzoni (a parte Chiara C. che ostacolava il lavoro mangiando meta’ della pasta). Invece Chiara P. e’ stata assunta come teacher per l’uso del lievito naturale e, cosa ancora piu’ importante, per fare la pizza (soprattutto in versione rinforzata ai fagioli).
All’inizio e’ stato difficile entrare in confidenza con i ragazzi, soprattutto per la differenza di background culturale. Ad esempio una delle prime domande che viene rivolta alle ragazze della nostra eta’ e’: “How many children do you have?”. Inutile dire con quanto imbarazzo rispondiamo e cerchiamo di spiegare che in Italia le cose funzionano diversamente. C’e’ voluto comunque poco per legare, impare a conoscere e ad apprezzare la loro cultura e… spettegolare!
L’orfanotrofio delle Suore di Madre Teresa, che ospita una cinquantina di bambini da zero a tre anni, si trova in centro citta’ e per raggiungerlo ci vuole circa un quarto d’ora (passo Elisa). E’ strano camminare lungo la strada sterrata circondati dagli sguardi diffidenti dei grandi e da quelli curiosi dei bambini, i quali non esitano a stringerci la mano ed a salutarci con l’interminabile cantilena “How are you? How are you? How are you? Jambo!”.
Un coro di “Beba mimi” e’ invece la prima cosa che ci accoglie quando entriamo, e subito capiamo che significa “Prendimi in braccio”. L’impatto con trenta paia di occhi lacrimosi e’ stato davvero difficile per tutti noi: ci aspettavamo inconsciamente una situazione da asilo nido ed invece ci siamo scontrati con una realta’ ben diversa. Ci hanno fatto entrare in una stanza, che abbiamo poi scoperto essere utilizzata come sala giochi e mensa, in cui subito siamo stati circondati, assaliti, scalati da fradici adorabili bambini.
Le mille attenzioni che noi consideriamo scontate per dei bambini piccoli, qui sono inimmaginabili o inattuabili, e le condizioni igieniche lasciano molto a desiderare. Tuttavia sono bambini e sanno gioire di quello che hanno e noi, superato lo sconcerto iniziale, cerchiamo di imparare da loro.
La nostra artista, intanto, ha trovato pane per i suoi denti: padre Masino le ha affidato la copia di un quadro, raffigurante Cristo buon pastore, che era stato ruminato dalle capre. Come si puo’ vedere ha fatto un ottimo lavoro, riscuotendo grande successo.
Domenica a messa nella cattedrale, con tutta la comunita’ di Maralal, abbiamo vissuto due ore molto coinvolgenti. Qui si prega cantando e ballando e ogni gesto aiuta a riscoprire la gioia dell’incontro con Dio!
Continuiamo con entusiasmo il nostro cammino, sicuri che questa esperienza ci donera’ ancora molto.


kuendelezwa… ;-)


 III Puntata... 
Sopravvissuti a crisi di panico, pipi’ isteriche, sabbia OVUNQUE, fame vorace siamo stati calorosamente accolti da Padre Masino con la sua Jeep.
Cena, doccia, nanna -PROFONDA nanna- e stamattina l’avventura missionaria e’ realmente cominciata. Ed e’ cominciata davvero molto bene! =)
Stiamo tutti bene, godetevi le foto… a presto aggiornamenti.

Come dicono qui: “Kwa heri” !


II Puntata... 
Dopo una “eterna” attesa nel gelido aeroporto di Doha (Qatar) alle 2 e 20 siamo finalmente partiti per Nairobi. 

Ed eccoci in KENYA! Ma il viaggio non era ancora finito: a nostra insaputa ci attendevano ben 12 ore di Matatu (uno scassatissimo pullmino Toyota da 15 posti – eccolo nella foto)

Dopo esserci fermati per una pausa pranzo in un locale molto chic ed aver mangiato mezzo pollo ruspante (mooolto ruspante) a testa con tanto riso, ci siamo rimessi in viaggio per superare l’Equatore.
Tutto e’ andato bene finche’ non abbiamo dovuto lasciare l’autostrada per un’assai spartana strada sterrata. Il viaggio si e’ cosi’ trasformato in uno stupendo benche’ traballante safari con bellissimi panorami, animali locali che
… attraversavano la strada e un generale timore per la robustezza del veicolo.
La nostra fiducia negli autisti, buca dopo buca, e’ cominciata a calare come il sole all’orizzonte quando questi hanno fatto inversione di marcia in una stradina sabbiosa.
La crisi totale e’ arrivata quando all’ennesima domanda “How long does it take?” ci hanno risposto

per l’ennesima volta “1 hour”. Il sole nel frattempo era calato del tutto lasciando pero’ uno splendido cielo stellato. Finalmente abbiamo visto comparire delle case, solo che…

…ovviamente non erano quelle di Maralal ma quelle della nostra seconda destinazione, Lodungk ‘owe.

Con 60Km di strada alla meta, dopo aver scartato un dromedario nascosto nell’ombra della strada, i fari ci hanno abbandonato.




I Puntata... 
Dopo il cammino di quest'anno finalmente pronti per la partenza! :) Dichiarati tutti idonei, ora aspettiamo di imbarcarci e iniziare quest'avventura... Vi portiamo con noi in Africa e speriamo di darvi presto nostre notizie! Saluti da Malpensa!

21 commenti:

  1. Ciao a tutti, siamo arrivati finalmente in Qatar. Qui ci attende una lunga attesa (7 ore) per il volo di Nairobi .
    Il viaggio fino ad ora e' stato a dir poco perfetto.
    Presto altre notizie.

    Ema e gli altri viaggiatori

    P.s. Trovate l'intruso nella foto ;)

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  2. ahah chi è quello che si è aggiunto nello sfondo?

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  3. CARISSIMA BARBARA,IN QUESTI GIORNI HO VISTA LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' DI PAPA FRANCESCO IN BRASILE, HO VISTO TANTI GIOVANI CHE GLI FACEVANO FESTA, E' UN PAPA VERAMENTE ECCEZIONALE, SE AI QUALCHE FOTO DEL PAPA ME LA MANDI TRAMITE FACEBOOK ? A PROPOSITO STATE BENISSIMO IN FOTO DI GRUPPO VOI SUORE DOMENICANE BACI LORY

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  4. Dalla foto sembrate proprio belli carichi per questa avventura tanto attesa, ma che ora è davvero iniziata! Buona missione! srSte

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  5. Hakuna matata!! Bellissime foto...le vostre espressioni sono impagabili!
    (per Chiara Caselle: leggi il messaggio che ti ha scritto mamma per don Masino da parte di Elisa Savio) Ciao a tutti!! Aspettiamo altre notizie!!

    Famiglia Caselle

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  6. BEA DOMINA! ho davanti al computer la foto prima e dopo.... la freschezza dei vostri volti ci rende partecipi delle vostre fatiche! ma cosa sarà mai qualche oretta di volo??? =)

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    1. Grazie caro! il prossimo anno però voglio vedere te!! :P soprattutto dopo atre 12 ore di matatuuuuu :D hahaha

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  7. Forza ragazzi! Fate una meravigliosa (anche se faticosa) esperienza: vi seguiamo con affetto!

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  8. cara chiara,bellissime foto...pensa che nel 1990 i tuoi genitori hanno fatto più o meno la stessa strada che hai fatto tu ora per venirci a trovare.i matatu erano sempre quelli e anche i bambini perchè l'africa e i suoi tempi non cambiano tanto in fretta.mi fa molto piacere pensare che anche tu sei lì adesso....un forte abbraccio anche se non vi conosco tutti,(ma qualcuno si..)zia tere

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  9. perchè non ci mandate altri splendide foto e/o aggiornamenti vostro soggiorno avventuroso in paesaggi da fiaba?!? vogliamo sapere tutto attimo per attimo...un abbraccio al mitico gruppo di quasi missionari dalla zia silvia

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  10. Che bello ragazzi!! Qualche imprevisto ci vuole, altrimenti non avete nulla da raccontare!! Anche se perdersi nel nulla in mezzo alla savana dev'essere un po'... stressante!! Buona permanenza e un saluto dalla tiepida Pine City!!

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  11. VI SEGUO CON AFFETTO, BUONA ESPERIENZA MISSIONARIA A TUTTI. SALUTI DA CARLA AIASSA PARROCCHIA PINO.

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    1. Innanzitutto auguri alle due Chiare (oggi è Santa Chiara).
      Bravissimi per come state affrontando questa esperienza; ci rendiamo conto di come certe situazioni siano struggenti!
      Complimenti a Serena per il quadro, bellissimo!
      Bacioni da tutti, Paola e Gian

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  12. P. S. Vi si è guastata la macchina fotografica o cosa? siete diventati troppo brutti? A noi piacereste comunque...... Furia e Luna

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    1. BELLISSIMA LA V PUNTATA! COMPLIMENTI...... MA.. SBAGLIAMO O SIETE INGRASSATI UN POCHETTINO?
      BACIONI DA TUTTI, DA CASTELLANETA MARINA

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  13. Non so se ci ha emozionato di più ricevere un sms da Maralal o leggere il blog (quando siamo stati in Kenya 23 anni fa non abbiamo mai telefonato a casa!!!) o il contenuto delle notizie... Maria Paola e Michele

    Bravi ragazzi, complimenti a tutti per l'impegno e la gioia con cui state vivendo questa avventura. Lucia e Marta

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  14. Ciao ragazzi!che bello vedervi all'opera in mezzo a tutti questi bambini!vedere i vostri sorrisi in mezzo a loro riempie di gioia noi che da casa guardiamo queste fotografie! chissà quante cose state imparando e quante coccole avete donato a quei bambini! vedervi e leggere questo blog mi ha commosso........vi voglio bene! Elena

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  15. Carissimi, grazie per le belle foto che ci aiutano a entrare un po' nella missione con voi e a sognare... Grazie per il vostro entusiasmo che fa bene anche a noi!
    WOW x la rift valley!! srSte

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  16. Buona festa dell'assunta da zio Ruggero qui a Pino con i nonni e con tua mamma che ti abbraccia forte, buon viaggio di ritorno. Baci a tutti da tutti

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  17. Carissimi ragazzi, bentornati!
    Ora riposatevi un po' e poi...buona vita missionaria qui,e dove il Signore vi chiama! Con la passione nel cuore e la decisione di trasformare ogni attimo della vostra vita in dono. Grazie delle vostre comunicazioni.
    Vi ho seguito, pregato..fatto il tifo per voi.
    Ciao a tutti! Sr. M. Viviana o.p.

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  18. Bentornati ragazzi!! Grazie davvero per averci reso un po' partecipi della vostra ricca esperienza. Vogliamo presto vogliamo ascoltarla dalla vostra viva voce perché quello che avete vissuto possa continuare ad arricchire il nostro, a volte "povero" mondo di tutti i giorni! A presto... srSte

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